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Centrare una barca a vela: come si fa?

Come si centra una barca a vela?

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Alcuni consigli utili per centrare una barca a vela nel migliore dei modi

Qualunque velista, dal principiante all’esperto, non può non essersi imbattuto in quello che per moltissimi rappresenta un vero e proprio incubo: ovvero come centrare la barca a vela.

Prima dunque di pensare a quale bordo scegliere e a quale tattica di regata mettere in campo vediamo di chiarirci un po’ le idee su come centrare una barca a vela, uno dei concetti che non mancherò di rispiegarti anche nei miei corsi di vela.

C’è chi la notte pensa alle tensioni delle proprie sartie e c’è chi pensa al modello di vele più idoneo al proprio albero, chi passa ore e ore a misurare tutto ciò che è misurabile e chi prende le regolazioni consigliate dai velai per evitare di farsi venire in mente mille dubbi.

Senza farsi prendere dall’ansia e dagli eccessi cerchiamo di capire come effettuare una corretta “centraratura” di una barca a vela e perché è importante farlo anche se siamo croceristi senza troppe pretese.

Tutto quello che devi sapere per centrare una barca a vela correttamente

Per centrare una barca a vela è prima necessario ripassare velocemente i punti di pressione che agiscono su una barca:

  1. la carena,
  2. la chiglia,
  3. il timone.

Sono questi i punti di pressione che individuano sul piano di simmetria della barca una sagoma il cui centro geometrico è detto Centro di Deriva (CD). La forza con cui l’acqua preme sullo scafo, si considera concentrata in quel punto.

Il Centro Velico (CV) invece è il centro geometrico della velatura proiettata sullo stesso piano di simmetria. La forza di propulsione applicata sulla vela si considera concentrata in quel punto.

centro velico e centro di deriva

Dato che le forze in gioco premono in direzione opposta, si genererà una rotazione in un senso o nell’altro.

Perché la barca proceda in modo rettilineo senza correzioni sulla sua andatura dovrà essere neutra, cioè con entrambi i centri geometrici sullo stesso asse perpendicolare al piano di navigazione.

Se CV è arretrato rispetto a CD avremo la rotazione della prua controvento e questa tendenza si dirà Orziera, se invece il CV è più avanzato rispetto al CD, la prua tenderà ruotare a favore del vento e si dirà Poggera.

Avere una barca neutra è già un buon punto di partenza poiché significherà che la barca ha un suo equilibrio ed è abbastanza semplice da portare.

L’obiettivo della “centratura” è garantire questo buon equilibrio con tutte le condizioni di onda e vento così da permetterci di condurre la barca sempre con relativa semplicità ed avere le vele sempre con una forma appropriata alle differenti condizioni.

Come si centra una barca a vela? - Centro velico e centro di deriva

Come si centra una una barca a vela? Le fasi della centratura

Come ti avrà spiegato qualsiasi altro istruttore di vela, la regolazione inizia a terra dove andremo a cercare due delle cose più importanti per la regolazione dell’albero: centralità e pre-flessione.

1. Centralità

Mettere l’albero al centro è il primo passo; poiché quasi tutte le barche sono “storte”, cioè il bordo di destra è differente da quello di sinistra (anche di poco ma è sicuramente così) è importante prendere due punti simmetrici sul bordo, se possibile a poppa delle sartie partendo dal punto più centrale della barca cioè lo strallo di prua come riportato sotto.

come centrare una barca a vela: centrare l'albero

A questo punto inseriamo un cursore all’interno della canaletta dell’albero con attaccata in ordine: la dirizza randa, una fettuccia metrica, e una cimetta di richiamo. Issiamo il cursore con la drizza della randa fino all’altezza dell’attacco delle sartie sull’albero che è il punto che permette di muovere l’albero lateralmente.

Fissata la drizza, prendiamo la misura nei due punti precedentemente individuati. Perché l’albero sia centrale, le due distanze devono essere uguali: se non lo fossero correggiamo sulle sartie alte tirando la parte che risulta più lunga fino a che le due misure non coincidono. Inoltre a questo punto tramite le sartie basse o intermedie possiamo correggere le eventuali flessioni della parte bassa o centrale. Non spaventatevi se dovete regolare le sartie basse o centrali in maniera asimettrica, l’importante è avere l’alberto centrato.

A questo punto, l’albero è dritto e per far si che lo rimanga, le sartie andranno regolate entrambe dello stesso numero di giri (se tiriamo 2 giri la sartia destra lo dovremo fare anche a sinistra ad esempio).

2. Preflessione

La preflessione dell’albero non è altro che la regolazione longitudinale; ha una grande importanza perché influisce sulla forma e sulla “profondità” della vela e quindi è strettamente correlata al tipologia di vela che utilizziamo. Ragionando per eccessi così da capirci meglio, un albero molto preflesso andrà a “mangiare” tutto il giro d’albero della randa appiattendo la nostra vela e spostando il grasso verso poppa (ottima soluzione per vento forte) ; al contrario un albero dritto aggiunge una notevole profondità alla vela “ingrassandola” come si dice in gergo.

come si centra una barca a vela? - La preflessione durante la centratura di una barca a vela

3. Uscita in mare

Arrivati a questo punto non ci resta che andare in mare e controllare che l’albero sotto il carico del vento e delle vele rimanga dritto e non si muova lateralmente.

Ci metteremo di bolina e dovremo cercare di verificare se l’albero sale dritto fino all’attacco delle sartie (sopra le sartie alte è normale che l’albero vada un po’ sottovento dato che non c’è nulla che lo tira). Il posizionamento dell’albero si vede traguardando verso l’alto dalla trozza del boma, oppure si vede molto bene dall’esterno ad esempio con un gommone che vi scatta qualche foto o meglio ancora un bel video. Sotto qualche immagine che può semplificare il concetto.

come si centra una barca a vela mentre si è in mare? Sartie basse troppo tirate o troppo molli

Come centrare una barca a vela durante la navigazione

Per centrare una barca a vela durante la navigazione devi avere come obiettivo quello di trovare la giusta sinergia tra flessione laterale e flessione longitudinale per far sì che il nostro albero e quindi la nostra randa, reagisca sempre bene alle differenze di pressione che incontra. Durante la navigazione infatti è probabile che al variare dell’intensità del vento, si debba necessariamente modificare qualcosa sull’albero per mantenere una corretta preflessione.

A questo punto posso intervenire con due regolazioni fondamentali: il paterazzo con alberi con crocette acquartierate e le volanti negli alberi con crocette in linea. Con queste due regolazioni dunque (che agiscono sullo strallo di prua “allungadolo” e sull’albero all’altezza delle crocette) ho la possibilità di mantenere la forma delle mie vele sempre in maniera ottimale. Se il vento aumento comincio a tirare paterazzo/volanti così da togliere la catenaria sulla vela di prua, rendere la vela più magra e la barca più facilmente gestibile, se il vento farò l’operazione inversa lascando.

MOLTO IMPORTANTE – QUANDO FATE QUESTE PROVE SCRIVETE SUN UN BEL QUADERNO LE VOSTRE TENSIONI E LE VOSTRE MODIFICHE COSI’ DA CREARE UNA TABELLA DA CUI POTERVI ORIENTARE CON OGNI RANGE DI VENTO.

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